La Casa del Conte Verde dedica una grande mostra antologica alla figura di Giuseppe Gip Maggiora, pubblicamente conosciuto come imprenditore di successo del Biscottificio Maggiora e fondatore del golf club Le Fronde di Avigliana con una grande passione: la pittura.
Un inaspettato mondo artistico sommerso e magmatico quello che emerge dalla selezione di alcune decine di lavori vagliati accuratamente tra le migliaia in eredità alla famiglia e che attraverso una precisa scelta allestitiva accoglierà il visitatore.
Il percorso espositivo, corredato di materiali espografici, consentirà la lettura e la comprensione di un viaggio umano personale ma anche la rilettura della Storia – quella del mondo – che inevitabilmente si riverbera nelle opere dell’artista, come nelle grandi e dolenti tele dedicate alla guerra del Vietnam. L’artista, innanzitutto e la sua intima passione.
Se il mondo pubblico ha soddisfatto l’aspetto professionale e conviviale che si confà ad un’azienda dolciaria, quello privato ha cercato di appagare l’aspetto più catartico ed ossessivo dell’artista, che ha dunque dedicato ad alcuni temi fondamentali della sua ricerca dipinti, disegni e schizzi anche su supporti non convenzionali.
La figura femminile è certamente una di esse, declinata nell’accezione di Grande Madre, divinità femminile primordiale, la cui figura rimanda al simbolismo materno della creatività, nascita, fertilità e maternità; ma nell’immaginario dell’artista lo sguardo è rivolto anche all’erotismo più puro o al contrario agli eterei volti senza sguardo. Sono spesso corporature statiche, una fissità chiusa in un dolore facilmente percepibile: profondo e crudele ma scevro da sentimentalismo convenzionale. Dal punto di vista stilistico elabora un linguaggio formale autonomo e ben riconoscibile, talora improntato all’essenzialità di certa pittura figurativa italiana del primo Novecento (Campigli e Casorati tra altri), talaltra debitore verso memorie espressioniste e istanze post-moderne, con incursioni addirittura nella pop-art. È una catarsi quella di Maggiora ma filtrata artisticamente da abilità e razionalità.
Diverse le opere dedicate ai membri della famiglia, in primis a sua moglie Elena, alla quale ha dedicato moltissimi lavori. Nel corpus dei quadri molti dedicati ai suoi figli, ai suoi nipoti ed alla sua famiglia. Uno tra tanti riguardanti gli alberi e presenti in mostra con la scritta: dedicato ad Erica. Si tratta di una dei suoi figli, erede insieme ai suoi fratelli, depositari dell’attività artistica, ma anche della tradizione culinaria di famiglia.
In mostra anche alcuni lavori astratti, tra cui quello che l’artista definiva il Segno Maggiora e che unitamente ad altri soggetti, sembrerebbero voler aderire sia alla ricerca artistica portata avanti dal MAC, Movimento Arte Concreta fondato a Milano nel 1948 da alcuni esponenti tra cui Bruno Munari ed Ettore Sottsass che le proposte dell’Optical Art. Secondo i suoi eredi non ve ne era l’intenzione conscia ma probabilmente i lavori appartenenti a queste fasi sono stati frutto di un mood storico culturale che traeva linfa da sperimentazioni declinate anche in ambito pubblicitario e cinematografico.
Una intera sala dell’esposizione, è dedicata all’aspetto pubblico: torna dunque la figura del visionario imprenditore che pur affidando l’aspetto comunicativo all’agenzia pubblicitaria Relè, interveniva spesso fisicamente sui bozzetti pubblicitari. Locandine dell’epoca, scatole di latta, alcuni gioielli e splendide fotografie in bianco e nero scattate in azienda da fotografi purtroppo rimasti anonimi integrano l’esposizione completandone la narrazione. Un monitor con i caroselli televisivi realizzati per la televisione che coinvolsero artisti del calibro di Pino Pascali, Giovanni Arpino e Bruno Bozzetto accompagnano quest’ultima parte della personale chiudendola.
GUEST HOUSE DI CHARME VILLA LA MAGGIORANA
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